sabato 28 marzo 2015

La notte del presepe vivente


Dunque, la copertina è accattivante e attira l’attenzione. Cosa ci fa un ragazzo con Gesù bambino, Giuseppe e Maria in versione demoniaca? Incuriosisce e stuzzica la voglia di approfondire.
La Rosa poi lo seguo da anni, quindi c’è anche l’aspetto ‘affettivo’ che induce ad acquistare il fumetto. E conoscendo come imbastisce lui le storie, invoglia ancora di più.
I disegni seguono fedelmente la trama. Nel senso, grezzi e semplici, quasi abbozzati ma adatti all’atmosfera del fumetto (in fondo è una storia leggera, ironica e paradossale). Poi, lo stile può piacere o non piacere ma almeno il tratto dell’autore si sposa bene con la sceneggiatura (per dire, se fosse stato un fumetto drammatico o di fantascienza non c’avrebbe proprio azzeccato un tubo).
Lo sceneggiatore porta avanti il racconto egregiamente. Il fumetto si legge senza rallentamenti o sbadigli. Dialoghi veloci e concisi senza quegli spiegoni alla Bonelli che a volte sono pesanti e noiosi. Alcune gag fanno sorridere e c’è una certa dose di meta-fumetto che non guasta mai.
Ovvio, il fumetto bisogna prenderlo dalla giusta prospettiva. Non aspettatevi un racconto apocalittico, splatter, metafisico, profondo. È una storia leggera e senza troppe pretese. Così com’è sembra una favola da raccontare ai nipotini per farli addormentare (o fargli avere gli incubi di notte?!?).
Per chi si è affezionato allo stile dello sceneggiatore, non rimarrà deluso da questa ennesima prova di stile.
Per chi non lo conoscesse: è una piacevole lettura anche per trama e spessore consiglierei di più Suore Ninja (non per altro, ma avendo a disposizione 6 albi, La Rosa ha sviluppato meglio certi temi e personaggi).

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