giovedì 19 marzo 2015

Exodus – dei e re


Questo film l’ho dovuto guardare in due trance perché, devo essere sincero, mi ha annoiato.
Sono partito con buoni interessi, anche se io e i film biblici non andiamo molto d’accordo. Però resto sempre aperto alla possibilità di sbagliarmi su un film. Su questo invece ho azzeccato tutto.
Ma partiamo dall’inizio.
Già pensare di passare 2 ore e 20 a guardare un film biblico non mi rasserenava lo spirito. Ma proviamoci lo stesso.
Infatti, la prima scena di scontri in stile ‘300’ mi ha reso ottimista.
Poi il nulla. O meglio, il film si sofferma (troppo) a dare spessore alle seghe mentali dei protagonisti, alla costruzione accurata dell’epoca in cui vivevano e alle dinamiche tra nobiltà e schiavi… Ma un’ora tutta così no, dai. Che palle!
E infatti lì ho stoppato.
Poi, guardando il trailer del film (maledetti, lo fanno passare come un film tutto apocalisse, piaghe a manetta e scontri tra guerrieri cazzuti) mi sono deciso a guardare il resto, in quanto se una recensione bisogna farla, almeno che sia dopo la visione dell’intero film. E chissà che la mia opinione non sarebbe cambiata durante il ‘secondo tempo’… Ma no, non è cambiata.
Ma andiamo a spiegare i pro (pochissimi) e i contro (un’infinità).
Già l’idea di mettere attori europei nell’antico Egitto la dice lunga su cosa bisogna aspettarsi da questo film.
La locandina è ingannevole: ricorda troppo ‘300’. Per essere invece coerenti con il film, dovevamo mettere sui poster Mosè che parlava e Ramses intento a farsi un pisolino mentre le sue palle esplodevano.
Poi, la storia di per sé è particolare e quindi troppo a rischio flop se non viene narrata in un certo modo e con un certo stile (soprattutto con un’enorme dose di originalità e maestosità epica). Ma, aimè, se la sono giocata male.
Poi, delle due ore e venti di film esattamente la metà è il preambolo agli eventi… Du’ palle! Poi arrivano le piaghe: trenta secondi di cronometro quando potevano essere i momenti più fichi e apocalittici del film. Ma invece si limitano ad essere un intermezzo superfluo, quasi scomodo. Nulla più.
Troppe chiacchiere e poca azione, insomma.
Di pro, bella l’idea di un Dio bambino. Un bambino cazzuto, adirato, impaziente e sterminatore (com’è appunto il Dio del vecchio testamento). Questo ha fatto storcere il naso ai cristiani che volevano un Dio da Nuovo Testamento, ovvero tutto peace and love (dimenticando però che quello del Vecchio era lo stesso del diluvio universale: mica tanto figlio dei fiori, no?).
Mi ha convinto un po’ meno Mosè che litiga con lui. Voglio dire, mica è tuo fratellino minore! E’ Dio, per Dio!
Carina l’idea di un Mosè guerriero e non un vecchietto con bastone ortopedico e catetere sulla spalla.
In definitiva, Ridley Scott c’ha messo dell’originalità ad imbastire una storia che si discosta in certi aspetti da quella che conosciamo tutti, quindi apprezzo l’impegno di mettere elementi nuovi e spiazzanti. Ma non è abbastanza: troppo lento per i miei gusti. Con tutte quelle (troppe) sottotrame che potevano essere eliminate o snellite.
Ma sopra ogni cosa, che palle sta moda di rievocare episodi della Bibbia in chiave moderna.
Vabbè che bisogna rilanciare la Chiesa che in questi decenni ha perso migliaia di fedeli, ma non è certo facendo storie così che riaccendi la fede. Al massimo la voglia di chiedere indietro il prezzo del biglietto.
Ma due domande ancora adesso mi sono posto e a cui non ho ancora trovato risposta: ma chi è quel folle che è andato a vedere il film in 3D? Ma soprattutto, perché farlo? Quale mente malata getta nel cesso palate di soldi per renderlo3D?

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