mercoledì 27 maggio 2015

Spongebob – fuori dall’acqua


Imbarazzante.
Quei dieci minuti che ho investito per vedere questo film prima di spegnere la tv sono stati imbarazzanti.
Avete presente quando dite: ‘Ho buttato nel cesso dieci minuti del mio tempo’? Ecco, è la sensazione che ho avuto io guardandolo (tentando di guardarlo).
Ora, premetto che io ingurgito film a iosa, senza distinzione di genere e qualità, convinto che nella quantità (tra film scadenti o ignoti o che non hanno sbancato il botteghino) qualcosa di buono si trova sempre. Certo, nel qualcosa ci sono anche tanti film scadenti.
Ecco perché il mio modus operandi è iniziare a guardare un film e se non mi piace passare al successivo (al punto che a volte mi ‘guardo’ quattro film in una serata… Per poi convenire che un quinto film scadente sarebbe stato ‘la morte  mia’, e quindi spegnere tutto e andare a letto).
Ma torniamo a Spongebob.
Dal trailer sembra carino. Quando approdano sulla terra e diventano supereroi con i poteri sembra persino figo e divertente.
Ma qui sta il problema: ci si deve arrivare a quel momento. Ciò che c’è prima fa passare la voglia di arrivarci. Un po’ come quando gli amici ti dicono che una ragazza (che non conosci) a letto è il non plus ultra… Sei ingrifatissimo e già ti immagini l’evoluzione dell’incontro. Peccato che la vedi scopri che: di viso è brutta come un certificato di morte, ha l’alito di un cane in putrefazione, si veste da contadina dell’800 ed fa ridere quanto un clistere di 10 litri nel deretano. Capite che può essere un fenomeno a letto ma se già il primo impatto ti fa gridare di raccapriccio, non è che si può recuperare.
Diciamo che Spongebob perde migliaia di punti fin dai primi minuti (mi pare dal secondo/terzo), quando i gabbiani iniziano a cantare… Già lì le palle mi sono cadute sul pavimento, sono rotolate giù dalle scale e hanno chiesto asilo politico alla cantina.
Un po’ come, per chi l’ha visto, nel film de ‘I cavalieri dello zodiaco’ quando Cancer si mette a cantare e ballare. Lì c’è stato un vomito collettivo di tutti i fans dei cavalieri.
Cmq, resisto all’impulso di spegnere la tv e continuo la visione.
È così che si arriva alla prima scena con Spongebob e amici contro il cattivone giurato del protagonista per difendere la formula misteriosa che rende gli hamburger di quest’ultimo così buoni.
Dopo questa scena ho spento, definitivamente sconfitto dalla delusione.
Intendiamoci: è un film per bambini.
Immagino che loro siano stati entusiasti del film. In fondo, le scene, i dialoghi e la sceneggiatura in generale siano esclusivamente per un pubblico giovane, giovanissimo, praticamente in fasce (è la stessa cosa che ho pensato guardando il film dell’Ape Maia, un altro film da dimenticare…).
Ma un adulto dovrebbe restarne a debita distanza. Non val neppure la pena andare a vederlo se vi regalassero il biglietto.
Che poi mi sono immaginato io padre a portare il mio piccolo a vederlo al cinema.
Voglio dire, ci sono film che fanno più venire l’acquolina in bocca a te che a tuo figlio (i supereroi Marvel/DC, i vari film con i robottoni tipo Pacific Rim o di alieni).
Ma Spongebob… Oh, mio Dio!
Immagino la scena: entro al cinema con mio figlio e partono i primi dieci minuti. Mio figlio di fianco tutto esaltato a ridere e a divertirsi seguendo le gesta del suo beniamino e io accanto a domandarmi cos’ho fatto di così terribile nella mia vita da meritarmi questa punizione divina.
Diciamo che è uno di quei film che dovrebbe guardare chi si è ubriacato e non riesce a vomitare. Così ha almeno due scelte: o mettersi due dita in bocca o guardare ‘sto film.
Forse si metterà due dita in bocca: è meno doloroso.

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