giovedì 7 maggio 2015

humandroid


Noia.
Noia.
E noia.
Ah, ve l’ho detto: noia?
O per essere più prolissi: come un buon trailer riesce ad abbindolare lo spettatore.
Sì, perché dal trailer si vedono quei cinque minuti di scontri tra robot, di apocalisse cibernetica, di violenza gratuita e bypassano astutamente la restante ora e quaranta di commediola per famiglie, di atmosfere da Teletubbies, di scene da libro rosa. Perché dal trailer si accenna ad un robot-bambino che impara a vivere, ma sembra un elemento marginale, un breve preambolo. Non certo un episodio che domina sul resto del film!
L’idea è anche buona (in fondo è la metafora del bene e del male visto da chi non conosce il mondo, in pratica un bambino, e deve imparare) ma è stata sviluppata male. O meglio, sarebbe accettabile se il trailer non desse aspettative superiori al previsto, non desse una visione distorta, ingannevole, di ciò che è in realtà il film.
I teppisti lo sono in apparenza e dimostrano (in modo incoerente) che possiedono dei nobili sentimenti alla ‘libro Cuore’, passando da violenti ragazzi di strada a mamme-chioccia. Il ‘creatore’ del robot passa dall’essere un cagasotto sfigato ad un BraveHeart dei poveri e il vero nemico del robot (un Jackman poco incisivo, quasi sprecato in questo film) gioca in sortita fino alla fine, quando sfoggia il suo robot (al grido di:’Chi ce l’ha più grosso? Io, perché vola pure!’).
E comunque, il film annoia.
Parte lento. Continua lento. E solo alla fine si dà una mossa, offrendo quell’azione che ci si aspetta fin dall’inizio.
Nel mezzo c’è tanta violenza gratuita, la quale avrebbe un senso se non si conclude con un happy ending che ricorda tanto il finale di tante commediole hollywoodiane ma che proprio perché presente in un film di teppisti senza scrupoli, soprusi, violenza e scenari alla Detroid di Robocop fa perdere ulteriori punti al film.
Certo, chi si aspetta il solito film di robot che spaccano tutto, di scontri titanici alla Pacific Rim resterà decisamente deluso. Anche se, lo ammetto, offre una prospettiva diversa dal solito film futuristico, quindi si distingue a suo modo dalla massa. Ma non è sufficiente.

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