Ci sono cantanti che seguo, trascinato dall’entusiasmo di
certe loro canzoni passate e dalla speranza che l’autore possa realizzarne
altre che diano lo stesso trasporto emotivo.
Per capirci, di Renga mi erano piaciute ‘dove il mondo
non c’è più’, ‘sto già bene’ e ‘stavo seduto…’ (tutte tratte dall’album
‘Tracce’).
Confido sempre di trovare canzoni di pari (o superiore)
livello ogni volta che ascolto un album nuovo.
So già che mi aspetteranno canzoni pucci-pucci
amore-amore. Lo metto in conto. Ma spero sempre che ci sia qualche canzone che
va fuori dalla carreggiata di musica per dodicenni alla prima cotta
adolescenziale che cantano canzoncine d’ammmmore mentre disegnano cuori enormi
sul quaderno.
Ma ultimamente resto deluso. Le canzoni che vanno al di
là del pucci-pucci style si contano col contagocce (e se ci sono, non meritano
un secondo ascolto).
Nell’ultimo album di Renga non c’è manco traccia di quel
qualcosa in più che si distingue dalla massa.
Ora, posso capire una Giorgia, una Emma o un Antonacci
che già li ascolti sapendo che poi dovrai correre in bagno a vomitare
(chiariamo, nulla da dire sulle loro canzoni… Se fossi una dodicenne che sogna
il principe azzurro che veste Armani e fa il tronista ad Uomini e Donne… Ma, da
uomo allergico alle smancerie e al ‘Evviva l’amore’, cantanti del genere sono
come l’insetticida per le zanzare).
Quindi, caro il mio Renga, continua a fare le tue canzoni
piene di ‘Mi manchi tanto, sei lontano, mi spezza il cuore, torna presto,
adesso però devo fare una rima cuore-amore’, però in mezzo mettici anche
qualche canzone per noi maschietti. Che va bene che ai concerti fa un certo
effetto vedere ragazze lanciarti reggiseni push-up e mutandine di pizzo (mai
usate, perché l’igiene prima di tutto), ma sarebbe anche carino avere un po’ di
pubblico maschile (che non ti lancerà certo completini intimi ma magari ti
lancia una canna, un ingresso gratuito ad uno strip-club o il numero di telefono
della propria sorella Miss Porcellina Lombarda 2015).
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