venerdì 6 febbraio 2015

Asterix e il regno degli Dei

Sono cresciuto a pane ed Asterix, quindi potete immaginare quanto sia il mio affetto per questo fumetto/cartone.
Pur essendo passati decenni dalla mia infanzia, non posso dimenticare quei momenti che passavo davanti alla tv, concentrato com’ero non a rincorrere ragazze che mi duepiccavano ma a seguire tutti i cartoni in palinsesto (che, almeno loro, non mi facevano gli occhi dolci solo per usarmi come tramite per presentare loro il mio amico belloccio).
Asterix era un cartone leggero, simpatico, con quel mix di personaggi buffi che facevano sorridere. Trame lineari, certo, ma che per un bambino di dieci anni erano il minimo sindacabile per essere apprezzati.
Passano gli anni e approdiamo a questo film.
Interessante l’approccio narrativo: cosa accadrebbe se invece di fare la guerra ai galli si facesse all’ammmmore?... Amore per il commercio, of course. Ed ecco che i galli si fanno conquistare dal libero mercato e dal facile guadagno, cedendo alle richieste di gentil donzelle romane che chiedono oggetti fallic… emh gallici in cambio di favori sessuali monete.
Gli unici che non si fanno abbindolare sono Asterix e Obelix che fanno di tutto per fermare questa corruzione consumistica. Ma è tutto inutile: i galli vanno addirittura a vivere in una città costruita proprio accanto al loro villaggio. Fino a che…
La storia in sé è simpatica e scorre liscia come l’olio.
Certo, se vi aspettate botte da orbe come nei precedenti cartoni resterete delusi (anche se una scazzottata ogni tanto la si vede, che ‘tira più una scazzottata che un carro di buoi’ come disse Bud Spencer a Rocco Siffredi), ma il film scorre che è un piacere.
Ci sono anche delle sotto trame con tanto di riflessione al seguito sul rapporto con gli stranieri/invasori, sull’amicizia e sul restare fedeli ai propri principi ed ideali.
Un film che si lascia guardare, insomma.
Certo, non da spenderci otto euro al cinema ma per una serata in poltrona con morosina a seguito si può anche fare. Specialmente se poi si gioca a ‘Gallo che conquista il ‘territorio’ della romana’.
L’unica cosa che fa cadere le palle in un precipizio è quando c’è la canzone dei ‘ricchi e poveri’. Veramente, datemi una lupara e sparatemi. Anzi, datemela che la uso contro chi ha deciso per questa colonna sonora.
Ora, io non so quale fosse quella originale del film, ma mettere ‘sarà perché ti amo’ è stato proprio di cattivo gusto, è stata una pugnalata al cuore, è fare tabula rasa di tutti i punti che il film aveva guadagnato fino ad allora.
Io farei una legge a riguardo in parlamento: che certe canzoni venissero usate solo in film nostrani (che tanto fanno già cagare di loro, quindi canzone più canzone meno non cambierebbe il giudizio sul film).

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