venerdì 13 febbraio 2015

festival di Sanremo



… Che poi a me non dispiace neppure Sanremo… La città.
Il festival non l’ho mai visto dal primo giorno all’ultimo. Mia mamma mi diceva: ‘Scegli, o Sanremo o salti la cena… E pure il pranzo’… Beh, vi basti sapere che ogni anno a febbraio per me c’era la settimana del digiuno. Se il festival fosse durato un mese sarei diventato un asceta, un illuminato, un buddha formato teenager.
Ascoltavo in compenso le cassette/cd. E devo ammettere che, tra tante (troppe) canzoni melense che mi facevano precipitare le palle fin nel centro della terra, qualche canzone si salvava ed era addirittura orecchiabile. E qualcuna addirittura bella (la classica mosca bianca). Per il resto, era un’accozzaglia di canzoncine patetiche zero-originali con tema l’ammmmore che piace tanto alle casalinghe frustrate e alle ragazzine alla loro prima cotta.
Senza contare che in questi anni la gara è più tra i post-Amici e i post-Xfactor che non tra cantanti professionisti e di comprovata esperienza. E quei pochi cantanti affermati che vi partecipano, i più sono scarti, stelle ormai sul viale del tramonto. Diciamo che Sanremo è ‘l’isola dei famosi’ della canzone.
Anche perché, parliamone, ce lo vedreste un Ligabue a Sanremo? Cosa ci va a fare? Giusto ad insegnare a Scanu e a Mengoni cosa vuol dire fare successo senza bisogno di comporre canzoni banali sull’amore per accaparrarsi qualche fan adolescente in più.
E un J-Ax a Sanremo? Ci andrebbe solo per pisciare su qualche fiore e ad insegnare qualche rima originale e ad effetto ai Modà.
Eppure c’è chi ancora lo segue. E non stiamo parlando di pensionate e casalinghe disperate ma di ragazze e donne ancora nel fior fiore della vita. E poi ci domandiamo perché l’Italia sta andando allo sfacelo…

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