giovedì 29 gennaio 2015

Jovanotti - sabato



Ora, fermo restando che io seguo Jovanotti da decenni (praticamente siamo cresciuti insieme; ci scambiavamo i pannoloni all’asilo nido) e alcune sue canzoni mi hanno toccato in profondità (no, mentre le stavo ascoltando non stavo facendo il controllo della prostata) mentre altre le ho un po’ snobbate.
Che poi, naturale che di un artista piacciono solo alcune canzoni, a meno che uno non sia un invasato che apprezza per partito preso qualsiasi opera dell’autore. Anche se è più probabile che lo odi visceralmente piuttosto che amarlo a 360%.
Comunque, tornando a Lorenzo, ho letto pure un paio di suoi libri e devo ammettere che ha una gran testa; sarebbe un piacere ed un onore parlarci insieme.
È questo contrasto tra il Jovanotti-vecchio-saggio e il Lorenzo-è-qui-la-festa che mi spiazza.
Oddio, che poi a ben guardare ognuno di noi è pieno di sfaccettature emotive (vedi quelli che vanno a fare  volontariato alla Caritas e poi a casa molestano sessualmente il loro peluche). Mi stupisce semplicemente che è passato da un capolavoro di album come ‘L’albero’ agli ultimi album da ‘Yo Yo bella raga su le mani’.
Senza nulla togliere che, a prescindere dall’album, dietro c’è un lavoro ed un impegno non indifferente (come racconta nel libro ‘Viva tutto!’). Quindi massimo rispetto per il perfezionismo del cantautore e dei suoi musicisti.
Dico solo che è una di quelle canzoni che non capisco, che non mi fa battere il cuore. Confido comunque che quando uscirà l’album troverò un pezzo che mi conquisti come ‘La linea d’ombra’ o ‘Occhio non vede cuore non duole’.

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