lunedì 19 gennaio 2015

Biagio antonacci – l’amore comporta



Umh… Biagio Antonacci è il Twilight della musica italiana. Tradotto: può piacere solo alle ragazzine di 13 anni alla loro prima cotta adolescenziale.
È uno di quei cantanti che fonda il suo successo sulle canzoni d’ammmmore (quello melenso, che fa alzare la glicemia a livelli letali per il maschio medio).
Ora, io ascolto di tutto, anche quando so già cosa mi aspetta. Perché parto dal presupposto che in ogni album almeno una canzone si salva dall’accozzaglia di banalità, frasi fatte, strofe banali, temi già usati migliaia di volte.
Infatti, se proprio devo salvare una canzone di questo album è ‘Cado’; l’unica con un certo ritmo e soprattutto che parla di tutto fuorché dell’amore.
Tutte le altre… Non ci siamo. Da uomo posso dire: bocciato. È un riciclare di luoghi comuni sull’amore (che ormai lo fanno tutti, intendiamoci: è solo che fare tutto l’album così… E che palle!).
Che poi la musica è anche carina… Ma è come se ascoltassi, che so, una canzone degli Iron Maiden che è tutto un chitarra elettrica a manetta, batteria che spacca e grida del cantante e poi vai a leggere il testo ed è tutto un ‘Amore mio mi hai spezzato il cuore, torna presto da me che mi manchi tanti’. Dai, non si fa. No, no.

Peccato anche per un paio di canzoni che si concludono anche un testo e un cambio di ritmo che mi sono piaciuti assai. Ma è il prima, è tutto quel ‘Amore mio mi fai battere forte il cuoricino’ che fagocita il salto di qualità dell’ultimo minuto della canzone. È il pucci-pucci style che rovina tutto.
Concludendo: un album che piacerà sicuramente alle ragazze al loro primo amore (ma anche alle donne che vogliono credere, illuse, ancora al principe azzurro con i boccoli sul bel cavallo bianco che fa 100 Km senza neanche fermarsi una volta a scagazzare).
Per gli uomini: piuttosto ascoltatevi l’ultimo dello Zecchino D’oro: potrebbe darvi più soddisfazione.

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