lunedì 6 aprile 2015

Mister dammitempo – Mike Gayle


Un libro che passa inosservato tra interi scaffali di libri di autori famosi che sfornano libri noiosi e lenti, mastodontici tomi straripanti di descrizioni e seghe mentali fini a se stesse.
Eppure Mister dammitempo, pur essendo un libro di circa 320 pagine in edizione economica a 4,80euro, nasconde delle sorprese.
Prima fra tutti il fatto che è una piacevolissima lettura, di quelle leggere, scacciapensieri-molesti.
La trama è classica e collaudata: un trentenne insicuro e per nulla pronto a diventare grande (insomma, il trentenne medio italiano) riceve una proposta di matrimonio dalla sua fidanzata. La paura domina, quindi il matrimonio non sa da fa e i due si lasciano. Da qui incominciano le serate alla ricerca di altre donne-chiodo schiaccia chiodo ed esperienze divertenti quanto, in fondo, deludenti. Dibattuto tra la voglia di tornare dl proprio grande unico amore e la paura di diventare adulto, precipiterà in colpi di scena inaspettati che lo portano a dover prendere una decisione definitiva.
Come vedete, la trama è stereotipata quanto al tempo stesso attuale: la paura di crescere. O meglio, di mettere su famiglia, accasarsi e diventare ‘parte del sistema’.
La storia scivola via in scioltezza, senza tentennamenti. Una scrittura semplice, chiara, pulita, senza troppi arzigogoli linguistici, infarcita di seghe mentali del protagonista affatto invadenti o pesanti ed inopportune.
Diciamo che è uno di quei libri che si leggono quando non si ha voglia di nulla d’impegnativo o di triste/malinconico, che si portano in spiaggia e che non hanno grosse pretese ma al tempo stesso forniscono alcuni spunti su cui riflettere.
Precisiamo: io sottolineo le parti di un libro che mi piacciono. Sono quei pezzi in cui mi sento chiamato in causa, in cui mi ci specchio, che spiegano concetti che sono nella mia testa ma in modo più chiaro o più semplicemente perle di saggezza a cui io non sono mai arrivato.
Ci sono libri in cui non ho mai sottolineato nulla e altri invece in cui ho segnato l’impossibile.
Beh, in questo libro ho segnato 12 pagine. Che per me vuol dire: è un buon libro.
E poi è divertente, ammettiamolo. Perché lui in fondo rappresenta un po’ una parte di noi (quella più insicura, finta spavalda, festaiola, irriverente, seduttrice e, perché no, patetica).
In più, oltre a rispecchiarci ci fa fare anche quattro risate.
Perché passiamo da ‘Ma che pirla che è stato’ a ‘Cazzo ma ho fatto anch’io la stessa cosa!!!!’, il tutto in chiave spensierata.
Morale: un libro che consiglio perché dà molto di più del prezzo a cui è venduto.
Lo suggerisco anche alle donne in quanto farà loro comprendere un po’ meglio cosa passa nella testa (poca roba e mal assortita, chiariamo) dei loro partner.

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