venerdì 24 aprile 2015

Insurgent


È il seguito di ‘divergent’.
Questo film ha ricevuto pareri contrastanti.
Chi ha letto il libro lo boccia (ma parliamone: quale film è una fedele trasposizione del libro? A me non risulta nessuno. Ma è normale: qualcosa si perde sempre per strada).
Io il libro non l’ho letto (e manco ho intenzione di farlo) quindi posso giudicare solo il film per quello che è… E non mi è dispiaciuto.
A parte le solite dinamiche da young adult (con sexy smaialata tra i due protagonisti e qualche frase da libro rosa da edicola) e qualche personaggio inutile per la trama ma che appare giusto quei tre secondi per dare un contentino a chi ha letto i libri (tipo il padre del protagonista), per il resto è sostanzialmente un film d’azione.
Parte con il presentare dove eravamo rimasti e a delineare la situazione corrente.
Poi è tutto un scazzottate, sparatorie, violenza ed incoscienza gratuita (tipo l’episodio sul treno: ma dai cazzo, siete in tre contro metti trenta avversari e vi mettete a fare rissa riuscendo persino a stenderne/facendonelabua/ammazzarne molti e ad avere pure la meglio? Ma nella realtà i due protagonisti li avrebbero uccisi dopo cinque nanosecondi e senza neanche versare una goccia di sudore).
Questa continua azione può piacere (come a me) ma può anche essere bocciata da chi si aspetta una maggiore cura nel definire la personalità e i conflitti interiori dei personaggi (oh, raga, o uno o l’altro, dai. Mica si può avere tutto dalla vita! È come vedere gli ‘Avengers’ e aspettarsi l’introspezione dei personaggi, con Capitan America che si lamenta di non trovare una cera adatta per lucidare il suo scudo, Hulk che odia la sua pelle perché anche stando sotto il sole per giorni non si abbronza, Iron Man che si lagna per incomprensibili problemi di erezione  e Thor che a furia di tenere il martello con la destra gli è venuto il braccio da tennista. No, dai, o introspezione o azione pura. In certi film una cosa penalizzerebbe l’altra, secondo me).
Le simulazioni di Jeanine le ho trovate molto fighe. Sono quelle scene che meritano di essere viste al cinema. Hanno un impatto visivo che spacca, specialmente la scena con la mamma e l’effetto dei palazzi che si sgretolano: molto ben resi.
E dopo tutta questa azione si giunge alla fine dove ‘nulla è come sembra’ e ogni mistero è svelato. E questo mi è piaciuto perché rende la trama inaspettata.
Personalmente, ho trovato anche un metamessaggio più profondo, più zen.  In fondo le prove possono essere interpretate come un affrontare parti di se stessa, con tutti i limiti e paure annesse. Fino a giungere all’ultima battaglia, quella contro il nemico peggiore che uno potrebbe affrontare (niente spoiler, tranquilli).
Concludendo: un film che ho guardato tutto sommato volentieri. Non un capolavoro, intendiamoci. Ne uno che entra nell’Olimpo dei miei film preferiti. Ma al tempo stesso migliore di un ‘Hunger games’, o di un ‘Twilight’ (ok,su quest’ultimo è vincere facile: anche un film dei Vanzini è meglio di Twilight).
È uno di quei film a cui avvicinarsi con zero aspettative. Se volete poco meno di un paio d’ore di relax guardando un film con dei begli effetti speciali e una trama con continue scazzottate, è il film che fa per voi.

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