domenica 12 aprile 2015

Club dogo – non siamo più quelli di Mi Fist


… Che poi sulla loro bravura non discuto mica, raga.
Per certe rime e certi giochi di parole, tanto di cappello. M’inchino alla loro stile ineccepibile, non c’è dubbio. E bella zio!
È che, aimè, parlano sempre delle stesse cose. Gira e rigira, è sempre un ‘quanto è duro emergere’, ‘siamo fighi e spacchiamo di brutto quindi cazzo vuoi’, ‘ho fatto la fame ma adesso sono pieno di soldi’, yo yo.
Che va bene, non sono i primi rapper che lo fanno (‘Mondo marcio’ c’ha fatto la carriera su questo disagio di rapper di periferia) e non saranno neppure gli ultimi. Capisci fratello?
È solo che… E che palle!!! 
Chiariamo: dico la stessa cosa per tutti coloro che cantano solo canzoni d’ammmmmmore (vedi gli Stadio o Antonacci). Però mi piacerebbe che un cantante diversifichi un po’ il suo repertorio. O che almeno ci metta un minimo di positività. Non ce n’è l’ombra. Ogni canzone è tutto un ‘che merda la vita, sono tutti stronzi, sai che culo che mi sono fatto per arrivare fino a qua’. Che può anche essere vero… Ma un po’ di ottimismo, per Dio Rapper!
Anche se, lo ammetto, ‘Fragile’ non mi dispiace. Forse di tutto l’album salverei questa. Per il resto… Mah, resto molto perplesso.
Certo, come tutte le cose possono piacere o meno. E qui non sto discutendo sulla loro bravura (che c’è, non lo metto in dubbio). Sto semplicemente parlando di empatia con i testi e i loro messaggi.
E li ascolterò ancora quando uscirà il loro prossimo album, non c’è dubbio. Anche solo in attesa di ascoltare un’altra canzone in stile ‘Brucia ancora’ (ma quanto spaccava?).

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