L’avventura è ormai conclusa. 8 numeri e anche
quest’opera di Giacomo Keison Bevilacqua è giunta alla sua inevitabile
conclusione.
Ma chi è Giacomo? Chi non lo conoscesse ancora (ma dove
vivete?!?!?) è l’autore di ‘A panda piace’ (guardatevi il suo sito, va, e
capirete la bravura di questo autore: www.pandalikes.com
).
Chi lo conosce già e segue il sito da mesi/anni, invece,
sa di cosa parlo: vignette autoconclusive a tratti teneri, poetici, realistici,
visionari, buffi, comici, adorabili (e chi più ne ha più ne metta).
Dopo aver realizzato ‘Metamorphosis’ si è tuffato in
questa miniserie sul panda preferito da tutti i puri di cuori (e non).
Ne è uscita una trama ricca e variopinta, con
protagonista ovviamente il panda e i suoi amici di sempre (conosciuti nelle
vignette autoconclusive).
Ma ora che tutto è finito, lo vogliamo dare un parere o
no?
Dunque, adoro le strisce. Ce ne sono alcune che sono un
capolavoro di sensibilità e genialità e trasporto emotivo. Mantenere a questo
livello un intero albo (figuriamoci 8!) e al tempo stesso realizzare qualcosa
di nuovo è un’impresa da titani, estrema.
Ma trovo che Bevilacqua ce l’abbia fatta. Certo, con
tutti i limiti che una serie può portare e che non possiede una vignetta
autoconclusiva… Ma anche con tutte le potenzialità annesse (fornire più
introspezione e spessore ai personaggi e narrare una storia a più ampio raggio
e senza i limiti di un’unica vignetta).
Ne esce così una storia solo in pochissimi punti
tentennanti (nel senso che si lascia da parte la poesia per dare più spessore
ad altre cose… Chiariamo, alla fine va bene così: è solo un fatto di essere
abituati alla velocità delle vignette del sito). Per il resto scivola via
liscia, con tanti spunti di genialità, originalità e tenerezza che non fanno
rimpiangere le strisce.
Belli i protagonisti ma ancora più belli i
co-protagonisti (come vengono rappresentati, ovvero come si associa la
raffigurazione all’emozione corrispondete, dimostra un acume e una sensibilità
fuori dal comune dell’autore). Bello come si dipana la storia e come
dall’apparente linearità della trama (il panda che è alla ricerca degli oggetti
per salvare il nonno, con un nemico nell’ombra che trama nell’ombra e gli amici
del protagonista che lo seguono per dargli man forte) si giunge all’ultimo albo
dove tutto viene alla luce, facendoci scoprire come nulla era lì per caso e come
l’intreccio narrativo era più fitto ed articolato del previsto.
Personalmente mi sarebbe piaciuto che Bevilacqua buttasse
dentro (adattandola) qualche vignetta autoconclusiva, in quanto meritava di
essere riproposta. Certo capisco anche il discorso del ‘se l’hai già vista, riproponendola
sembra che non avessi idee migliore’. Quindi non è una critica ma solo una mia
considerazione.
Infine, passiamo ai disegni: lo stile di Bevilacqua lo
conosciamo. E guai a toccarlo!
E va bene così! Mentre in ‘Metamorphosis’ il lettore
poteva avere da ridire sullo stile che poteva cozzare con la trama, in ‘A panda
ecc ecc’ questo problema non sussiste perché il suo stile E’ quello del panda.
Punto.
Ultimissimo appunto: mi è piaciuta anche la spiegazione
di com’è nata l’idea di questa serie. Mi ha fatto tenerezza.
In definitiva: un fumetto da non riporre subito nella
propria libreria ma di rileggerlo subito tutto d’un fiato per poter apprezzare pienamente
la trama ‘col senno di poi’.
Nota di me stesso) Io ne leggo di fumetti e sono sempre
aperto ai fumetti nostrani, al punto che ogni nuova uscita è mia, perché trovo
che anche noi sappiamo fare fumetti, e anche bene, se lo vogliamo.
Ma devo ammettere che dopo tante letture che mi hanno
lasciato perplesso e disinteressato (i soliti bonelliani con cowboy,
investigatori, personaggi stereotipati) ‘A panda piace… L’avventura’ è una
ventata di piacevole lettura, è un uscire dai soliti schemi fumettistici italiani
consolidati per abbracciare qualcosa di nuovo e con una marcia in più, è un non
aver riposto ancora la speranza sugli autori italiani, ché sanno sfornare
ancora qualcosa di buono, se solo si desse loro più spazio e libertà di azione.
Aspetto in trepidante attesa una nuova opera di
Bevilacqua. Nel frattempo, mi godo le strisce: un toccasana per l’anima.
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