mercoledì 8 aprile 2015

A panda piace… L’avventura


L’avventura è ormai conclusa. 8 numeri e anche quest’opera di Giacomo Keison Bevilacqua è giunta alla sua inevitabile conclusione.
Ma chi è Giacomo? Chi non lo conoscesse ancora (ma dove vivete?!?!?) è l’autore di ‘A panda piace’ (guardatevi il suo sito, va, e capirete la bravura di questo autore: www.pandalikes.com ).
Chi lo conosce già e segue il sito da mesi/anni, invece, sa di cosa parlo: vignette autoconclusive a tratti teneri, poetici, realistici, visionari, buffi, comici, adorabili (e chi più ne ha più ne metta).
Dopo aver realizzato ‘Metamorphosis’ si è tuffato in questa miniserie sul panda preferito da tutti i puri di cuori (e non).
Ne è uscita una trama ricca e variopinta, con protagonista ovviamente il panda e i suoi amici di sempre (conosciuti nelle vignette autoconclusive).
Ma ora che tutto è finito, lo vogliamo dare un parere o no?
Dunque, adoro le strisce. Ce ne sono alcune che sono un capolavoro di sensibilità e genialità e trasporto emotivo. Mantenere a questo livello un intero albo (figuriamoci 8!) e al tempo stesso realizzare qualcosa di nuovo è un’impresa da titani, estrema.
Ma trovo che Bevilacqua ce l’abbia fatta. Certo, con tutti i limiti che una serie può portare e che non possiede una vignetta autoconclusiva… Ma anche con tutte le potenzialità annesse (fornire più introspezione e spessore ai personaggi e narrare una storia a più ampio raggio e senza i limiti di un’unica vignetta).
Ne esce così una storia solo in pochissimi punti tentennanti (nel senso che si lascia da parte la poesia per dare più spessore ad altre cose… Chiariamo, alla fine va bene così: è solo un fatto di essere abituati alla velocità delle vignette del sito). Per il resto scivola via liscia, con tanti spunti di genialità, originalità e tenerezza che non fanno rimpiangere le strisce.
Belli i protagonisti ma ancora più belli i co-protagonisti (come vengono rappresentati, ovvero come si associa la raffigurazione all’emozione corrispondete, dimostra un acume e una sensibilità fuori dal comune dell’autore). Bello come si dipana la storia e come dall’apparente linearità della trama (il panda che è alla ricerca degli oggetti per salvare il nonno, con un nemico nell’ombra che trama nell’ombra e gli amici del protagonista che lo seguono per dargli man forte) si giunge all’ultimo albo dove tutto viene alla luce, facendoci scoprire come nulla era lì per caso e come l’intreccio narrativo era più fitto ed articolato del previsto.
Personalmente mi sarebbe piaciuto che Bevilacqua buttasse dentro (adattandola) qualche vignetta autoconclusiva, in quanto meritava di essere riproposta. Certo capisco anche il discorso del ‘se l’hai già vista, riproponendola sembra che non avessi idee migliore’. Quindi non è una critica ma solo una mia considerazione.
Infine, passiamo ai disegni: lo stile di Bevilacqua lo conosciamo. E guai a toccarlo!
E va bene così! Mentre in ‘Metamorphosis’ il lettore poteva avere da ridire sullo stile che poteva cozzare con la trama, in ‘A panda ecc ecc’ questo problema non sussiste perché il suo stile E’ quello del panda. Punto.
Ultimissimo appunto: mi è piaciuta anche la spiegazione di com’è nata l’idea di questa serie. Mi ha fatto tenerezza.
In definitiva: un fumetto da non riporre subito nella propria libreria ma di rileggerlo subito tutto d’un fiato per poter apprezzare pienamente la trama ‘col senno di poi’.
Nota di me stesso) Io ne leggo di fumetti e sono sempre aperto ai fumetti nostrani, al punto che ogni nuova uscita è mia, perché trovo che anche noi sappiamo fare fumetti, e anche bene, se lo vogliamo.
Ma devo ammettere che dopo tante letture che mi hanno lasciato perplesso e disinteressato (i soliti bonelliani con cowboy, investigatori, personaggi stereotipati) ‘A panda piace… L’avventura’ è una ventata di piacevole lettura, è un uscire dai soliti schemi fumettistici italiani consolidati per abbracciare qualcosa di nuovo e con una marcia in più, è un non aver riposto ancora la speranza sugli autori italiani, ché sanno sfornare ancora qualcosa di buono, se solo si desse loro più spazio e libertà di azione.
Aspetto in trepidante attesa una nuova opera di Bevilacqua. Nel frattempo, mi godo le strisce: un toccasana per l’anima.

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