giovedì 9 luglio 2015

Il banco dei pugni


Direttamente da Detroid su D-max il programma più gettonato dai commessi d’Italia.
Perché? Perché è un reality ambientato in un negozio di pegni dove va ad acquistare e vendere la peggior clientela che si possa desiderare.
Ma ad affrontare i clienti c’è baffo-Les, faipocoilfigo-Seth e Missimpatia-Ashley.
8 stagioni con una media di una decina di puntate a stagione dove accade di tutto: litigi violente tra figli e padre e tra fratello e sorella, risse con clienti violenti, reazioni esagerate di clienti psicopatici e psicolabili, oggetti in vendita tra l’imbarazzante e il volgare ma soprattutto reazioni che vanno dal ‘vai a fare in culo’ al ‘adesso vengo lì e ti faccio un culo a strisce’ dei proprietari rivolte ai clienti maleducati, violenti, volgari e rissaioli.
È un reality che in America è durato 8 stagioni ma in Italia è trasmesso come se fosse una stagione unica, uno dietro l’altro a manetta, con repliche infinite. E poco importa se si salta una puntata perché la maggior parte non sono legate tra loro e quindi possono essere viste a se stanti in quanto non c’è continuity (tradotto: non è come Lost che se perdi un paio di puntate non capisci più niente).
Non è importante seguire tutte le puntate, ne rivederne una. Perché il piacere sta unicamente nel vedere le dinamiche relazionali tra i clienti che (in quanto paganti) credono di poter dire e fare ciò che vogliono e i commessi/padroni che non si fanno mettere i piedi in testa.
Il telespettatore medio non può capire perché non è nel mondo della vendita ma certi episodi visti ne ‘Il banco dei pugni’ accadono ogni giorno in un negozio. E non sto parlando di un negozio del Bronx ma in uno italiano.
Lo dice uno che lavora nella vendita da anni ormai, in una città del Nord Italia.
Scene di ordinaria follia e ignoranza si presentano davanti al commesso italiano. Scene così paradossali che ci si domanda se si è dentro ad una candid camera o se esistono veramente persone così ignoranti e maleducate.
Ecco perché in negozio da me si spera sempre di avere la pausa pranzo dalle 15, cosicché si può vedere una puntata dei propri beniamini. E quando Les o figli mandano a cagare un cliente maleducato, noi esultiamo!
‘Cazzo, potessimo mandare a cagare noi i clienti così… Ma sai che figata?!?!?’.
Perché non sono tanto gli episodi in sé che appassionano ma le reazioni dei proprietari. Ovvero, il poter mandare bellamente a cagare il cliente maleducato, oppure chiamare la guardia e sbatterlo fuori dal negozio in quanto ha esagerato con imprecazioni e minacce, o insultarlo quando alza troppo la voce, o dargli apertamente dell’imbecille quando dimostra a tutti gli effetti di esserlo. Insomma tutte cose che il commesso medio italiano non può fare al cliente, soprattutto se non è lui il proprietario del negozio ma solo un dipendente.
Ma anche per chi commesso non è, questo programma può piacere. Perché in fondo dipinge una realtà. Certo, si dice che alcune cose siano state scritte a tavolino (tipo il malore di Les o il furto in negozio o i vari licenziamenti ‘epocali’ dello staff) ma certi episodi minori, certi clienti fuori di testa, certe minacce o offese gridate dall’imbecille di turno sono realistici. O quanto meno, il commesso medio sa che accadono in un negozio. Più di quanto si vorrebbe.

 
Ps
Hanno fatto anche una parodia napoletana: www.youtube.com/watch?v=xF7EyOeW20w
E una romana: www.youtube.com/watch?v=i_6Z5AdONBg
Ma se cercate sul tubo troverete parecchie parodie spassosissime.

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