Visualizzazione post con etichetta serie tv. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta serie tv. Mostra tutti i post

venerdì 9 ottobre 2015

Sense8 dei fratelli Wachowski


Ho reazioni controverse riguardo a questo telefilm, quanto un ragazzo che si porta a casa una stragnocca e, una volta spogliata, scopre essere un travestito.
L’idea di base della serie mi piace: otto persone nate e cresciute ai quattro angoli della terra sono legati da una connessione telepatica che li fa interagire tra loro nei modi più disparati. Mentre le loro vite proseguono tra alti e bassi, tra colpi di scena alla Beautiful e vite ordinarie da comuni mortali, alcuni loschi individui cercano di mettere loro i bastoni tra le ruote.
Apprezzo anche lo sbatti di aver studiato usi e costumi di paesi diversi dalla loro America (per dirne alcune, di Seul, Mombai, Berlino e Messico).
Senza contare che le puntate sono scorrevoli e succede sempre qualcosa che tiene alto l’interesse.
Però… Però in fondo è un Arrow(il nemico numero uno di tutti i telefilm dei supereroi che si rispettino, colui che ha fuso l’universo DC con l’universo Cento Vetrine ottenendo sullo spettatore lo stesso effetto di un una diarrea lancinante in un luogo affollato di persone e senza vie d’uscita). È in fondo una telenovelas con qualche accenno di telepatia e scena di sesso (anche se: va bene qualche pisello al vento… Se però mi offri una controparte di nudo femminile. La par condicio ci starebbe bene anche qui, non trovate?).
Ci si aspetterebbe un’introduzione dei personaggi nelle prime 2/3 puntate e poi un’escalation di azioni, dove la connessione tra le persone domina e porta a colpi di scena sempre più spettacolari e da supereroi. Non certo un girare intorno alle vite amorose e lavorative dei protagonisti, dove la telepatia è solo marginale e a volte ininfluente allo sviluppo della storia. Non certo la presenza di un cattivo e un buono che conoscono la vera natura (e pericolosità) di questi ‘sensate’ ma fanno poco o niente per movimentare la storia. E senza contare che otto protagonisti sono tanti se atti a riempire la prima serie di episodi da soap opera argentina.
Sarà che io sono un figlio di Heroes e quindi ciò che riguarda i supereroi e poteri affini implica necessariamente scazzottate e una raffica di colpi di scena spettacolari. Non certo scaramucce sentimentali da ‘la casa nella prateria’. Ecco perché questo telefilm non mi ha preso appieno.
Mischiare certi generi è sempre un rischio e chi è per ‘O tutto o niente’ non resterà soddisfatto di questo telefilm. Ciò non toglie che si lascia guardare decisamente di più di altri telefilm di questi ultimi anni (ribadisco, come Arrow: la nemesi dei telefilm dei supereroi).

domenica 6 settembre 2015

daredevil


Sono ancora qua con fazzoletto inzuppato dalle lacrime, tanta è la mia commozione per essermi finalmente goduto un telefilm di supereroi degno di questo nome, uno con la S maiuscola e anche la E e anche tutto l’alfabeto a lettere cubitali.
Perché siamo onesti: non possono essere telefilm di supereroi quelli dove i superpoteri, l’azione, i colpi di scena sono in secondo piano rispetto alle storie d’ammmmmmore da liceale rincoglionita con tanto di lui ama lei che ama l’altro cha ama l’altra che ama un cane che ama la gamba destra del suo padrone. Dai, cazzo!
Prendete Arrow: ho resistito 6 puntate. Poi dopo l’ennesimo pucci pucci amore amore tra il protagonista, la tipa e l’altro ho detto basta. Anzi no, ho guardato per sfizio l’ultima puntata giusto per accorgermi che non mi serviva a nulla seguire tutti i precedenti episodi: si capiva perfettamente cos’era successo prima guardando semplicemente quest’ultima. Ovvero, non era accaduto nulla di rilevante.
Senza contare sense8, telefilm dei creatori di Matrix (che uno pensa: cazzo, se hanno fatto un film come Matrix, questo telefilm dovrà essere un capolavoro all’ennesima potenza). E invece… pucci pucci amore amore tra etero e lesbiche e gay (niente da ridire sugli accoppiamenti: semplicemente che palle sempre scaramucce amorose e coccoline da adolescenti!).
Non ho visto ancora Shield, ma da quel che ho letto in giro è pollice verso il basso e vomito a catinelle.
Invece Daredevil è ciò che dovrebbe essere: un telefilm di un supereroe senza poteri (quindi se le busca di  brutto ogni volta e si deve far ricucire peggio di una maglietta taglia S indossata da un obeso) in un contesto drammatico (senza battutine da ‘scemo e più scemo’ ad alleggerire l’atmosfera) con una continuity serrata (che se perdi una puntata non capisci che cavolo è successo) con nemici cattivi e spietati che non guardano in faccia a nessuno (manco fosse miss Universo in topless) e con qualche accenno di pucci pucci ma talmente marginale da non essere fastidioso o eccessivo.
Daredevil è un uomo con un passato drammatico e strappalacrime, con un presente da vendicatore mascherato in cerca di giustizia e con abilità fuori dal comune che danno dinamicità alle scene d’azione.
Lui soffre, si fa pestare a sangue, si fa inculare (metaforicamente, non biblicamente come i protagonisti di sense8) dai nemici ma ogni volta cade e si rialza, affronta il suo passato per rendere migliore il suo presente, cerca di essere sempre giusto e onesto, senza approfittare dei suoi poteri per mettersi in bella mostra, senza usarli per fare il figo con le donne (del tipo ‘sai cosa dicono dei ciechi? Che hanno il tocco magico… ‘). Un eroe con continui conflitti interiori che lo rendono ancora più umano, ma con quel distacco verso le donne che non lo fanno cascare nella trappola del ‘quant’è bello amore se non è litigarello’.
I coprotagonisti reggono il confronto con una loro personalità marcata e una loro strada da seguire, arricchendo la storia con sottotrame separate da quella principale di Daredevil.
In definitiva, un telefilm che pur essendo Marvel si discosta da tutte le produzioni da festicciola adolescenziale dei film (dove per ogni scena ci deve essere almeno una battuta strapparisatadeinerd altrimenti diventa troppo serio), che ha un suo spessore narrativo drammatico senza perdersi troppo in scene di ‘peace and love’ e che mostra un supereroe tormentato in tutto il suo vivere da uomo normale ma con una marcia in più.
Telefilm promesso.

giovedì 9 luglio 2015

Il banco dei pugni


Direttamente da Detroid su D-max il programma più gettonato dai commessi d’Italia.
Perché? Perché è un reality ambientato in un negozio di pegni dove va ad acquistare e vendere la peggior clientela che si possa desiderare.
Ma ad affrontare i clienti c’è baffo-Les, faipocoilfigo-Seth e Missimpatia-Ashley.
8 stagioni con una media di una decina di puntate a stagione dove accade di tutto: litigi violente tra figli e padre e tra fratello e sorella, risse con clienti violenti, reazioni esagerate di clienti psicopatici e psicolabili, oggetti in vendita tra l’imbarazzante e il volgare ma soprattutto reazioni che vanno dal ‘vai a fare in culo’ al ‘adesso vengo lì e ti faccio un culo a strisce’ dei proprietari rivolte ai clienti maleducati, violenti, volgari e rissaioli.
È un reality che in America è durato 8 stagioni ma in Italia è trasmesso come se fosse una stagione unica, uno dietro l’altro a manetta, con repliche infinite. E poco importa se si salta una puntata perché la maggior parte non sono legate tra loro e quindi possono essere viste a se stanti in quanto non c’è continuity (tradotto: non è come Lost che se perdi un paio di puntate non capisci più niente).
Non è importante seguire tutte le puntate, ne rivederne una. Perché il piacere sta unicamente nel vedere le dinamiche relazionali tra i clienti che (in quanto paganti) credono di poter dire e fare ciò che vogliono e i commessi/padroni che non si fanno mettere i piedi in testa.
Il telespettatore medio non può capire perché non è nel mondo della vendita ma certi episodi visti ne ‘Il banco dei pugni’ accadono ogni giorno in un negozio. E non sto parlando di un negozio del Bronx ma in uno italiano.
Lo dice uno che lavora nella vendita da anni ormai, in una città del Nord Italia.
Scene di ordinaria follia e ignoranza si presentano davanti al commesso italiano. Scene così paradossali che ci si domanda se si è dentro ad una candid camera o se esistono veramente persone così ignoranti e maleducate.
Ecco perché in negozio da me si spera sempre di avere la pausa pranzo dalle 15, cosicché si può vedere una puntata dei propri beniamini. E quando Les o figli mandano a cagare un cliente maleducato, noi esultiamo!
‘Cazzo, potessimo mandare a cagare noi i clienti così… Ma sai che figata?!?!?’.
Perché non sono tanto gli episodi in sé che appassionano ma le reazioni dei proprietari. Ovvero, il poter mandare bellamente a cagare il cliente maleducato, oppure chiamare la guardia e sbatterlo fuori dal negozio in quanto ha esagerato con imprecazioni e minacce, o insultarlo quando alza troppo la voce, o dargli apertamente dell’imbecille quando dimostra a tutti gli effetti di esserlo. Insomma tutte cose che il commesso medio italiano non può fare al cliente, soprattutto se non è lui il proprietario del negozio ma solo un dipendente.
Ma anche per chi commesso non è, questo programma può piacere. Perché in fondo dipinge una realtà. Certo, si dice che alcune cose siano state scritte a tavolino (tipo il malore di Les o il furto in negozio o i vari licenziamenti ‘epocali’ dello staff) ma certi episodi minori, certi clienti fuori di testa, certe minacce o offese gridate dall’imbecille di turno sono realistici. O quanto meno, il commesso medio sa che accadono in un negozio. Più di quanto si vorrebbe.

 
Ps
Hanno fatto anche una parodia napoletana: www.youtube.com/watch?v=xF7EyOeW20w
E una romana: www.youtube.com/watch?v=i_6Z5AdONBg
Ma se cercate sul tubo troverete parecchie parodie spassosissime.

domenica 26 aprile 2015

Misfits


Telefilm fanta-adolescenzial-drammatico, racconta in cinque stagioni le vicende di 5 minchioni ragazzi che dopo esser stati arrestati per piccoli crimini si ritrovano a dover compiere dei lavori socialmente utili (tipo raccogliere le cartacce ed eliminare i graffiti dai muri). Un giorno ottengono dei superpoteri (a volte super, altre volte dei poteri del cazzo ridicoli ). Tra un lavoro socialmente utile e l’altro si dedicano a passamenti socialmente smaialerecci, tra sesso tragicomico adolescenziale ed autoerotismo da ‘o gli tiro il collo adesso o mai più’.
Le prime due serie spaccano (infatti in Inghilterra hanno avuto un botto di spettatori).
La terza stagione regge ancora, con una qualità tutto sommato discreta. Anche se tra l’inizio e la fine, l’incazzatura si fa sentire con prepotenza.
La quarta e la quinta… Meglio dimenticarsene.
Peccato perché invece di sviluppare una trama serrata per tutte e cinque le stagioni con una continuity ricca di colpi di scena (che so, un cattivone cazzuto cheli vuole ammazzare e poteri sempre più fighi) si è optato per cambiare alcuni protagonisti (maledetti inglesi e la loro indole d’introdurre personaggi nuovi ed eliminare quelli vecchi… Ma per me medesimo! Non sanno che ‘squadra che vince non si cambia’? anche perché il confronto con i predecessori non regge.
Chiariamo, si lasciano guardare tutti. Ma non spenderei neanche dieci euro per acquistare il cofanetto della 4° serie. Figuriamoci la 5°!