Fin dalla prima scena partono i botti, o meglio parte la
classica ‘americanata’ che ci ha abituato la cinematografia d’oltremanica. E se
già l’inizio è esagerato, surreale, figuriamoci il resto.
Dai primi minuti è un’escalation di azione. Due ore di
inseguimenti, scazzottate, esplosioni e voli da dirupi. Il tutto riportando
pochi o nessun danno. È come guardare un film di supereroi Marvel che scorrazzano
con le loro auto.Come dicevo, si parte già storcendo il naso, pensando a quanto esagerata sia la scena dell’ospedale. Poi se si va avanti è un continuo
Senza contare le innumerevoli scene che lasciano il tempo che trovano. Ammettiamolo: possiamo dire quanto vogliamo che un uomo è un duro, ma se becca una spranga in faccia, quello si riprende nel 2028. Invece no, lui se ne piglia altre 50 e ne esce sereno e in pace con il mondo come se fosse appena uscito da una SPA con massaggio cinese compreso nel prezzo.
Ma quindi è un film da scartare?
Ni.
Nel senso, se stiamo a guardare capello (ma non c’è bisogno del capello, basta anche guardare tutta la capigliatura, e pure da un chilometro di distanza), il film fa acqua da tutti i pori, in stile diluvio universale. È un’americanata ai massimi livelli, un film d’azione con scene talmente paradossali da risultare imbarazzanti, inverosimili.
D’altro canto, è uno di quei film che se stacchi il cervello (lo riponi sulla poltrona accanto alla tua e lo lasci lì a sonnecchiare come un gatto svogliato) ti fa esaltare in quanto è un’unica, adrenalinica, azione farcita di esplosioni, bei dialoghi botta e risposta, effetti speciali sapientemente miscelati nelle scene, velocità, uomini cazzutti straripanti di steroidi e di donne che tra un mostrar una tetta e uno spacco vertiginoso se le danno di santa ragione. Che poi è, sostanzialmente, quello che ti aspetti da un film d’azione, no?
Ho letto su internet che la sceneggiatura è stata modificata più volte per omaggiare Paul Walker (deceduto quando ancora il film era in via di realizzazione). Sapendo questo, il film lo si vede anche da una prospettiva più profonda, dato che tanti discorsi e scene si riallacciano metaforicamente alla dipartita dell’attore (che ha il culmine nell’ultima scena, la quale racchiude il senso della vita e della morte). Da quest’ottica il film guadagna punti (ammettiamolo, è solo per questo che il giudizio di critici e pubblico è stato per lo più positivo e benevolo. Se non ci fosse stato questo l’avrebbero bocciato come ‘la solita americanata con tanta azione e poca logica’).
Ergo, un film che comunque dev’essere guardato da chi è appassionato di auto, inseguimenti, intrighi e belle donne. Ma senza riflettere troppo sui paradossi della storia e su quanto realistiche possano essere certe scene (o meglio, tutte).
Certo, alla fine del film non lo considererete uno di quelli che vi ha arricchito interiormente (non lo paragonerete di certo a ‘L’attimo fuggente’ per spessore narrativo e profondità) ma vi avrà fatto passare due piacevoli ore ‘scacciapensieri’.
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